Ricomincia la scuola!

Finite le vacanze: ricomincia la scuola…che gioia!!!zaino

Quanto sono pesanti i primi giorni? E allora, per partire con la giusta marcia, ecco alcuni consigli pratici:

In classe come ci si comporta?

A scuola siamo obbligati a stare ed è bene sfruttare al meglio il tempo a disposizione durante la mattinata.

Il primo consiglio che ti do è quello di cominciare l’anno scolastico con il piede giusto: se fai bene le prime prove il professore si farà di te l’idea che sei un bravo studente e se avrai un piccolo incidente di percorso sarà una casualità. Ma è vero anche il contrario: se per tutto l’anno non fai niente e poi pretendi di rimediare tutto negli ultimi mesi di scuola, per convincere il professore delle tue reali capacità dovrai fare uno sforzo più grande: se fai bene un’interrogazione anche quello sarà un caso e l’insegnante avrà bisogno di una quantità maggiore di prove per essere convinto.

Molti studenti si ritrovano a maggio stressati dal dover recuperare varie materie per non essere bocciati; devi fare in modo invece che maggio sia il mese delle vacanze anticipate!

Il segreto è giocare d’anticipo.

E a casa cosa devi fare?

  • Quando torni da scuola concediti mezz’ora/un’ora di svago, possibilmente all’aria aperta per riossigenare il cervello
  • Poi mettiti a studiare ponendoti l’obiettivo di finire entro un certo orario (questo ti permette di stare più concentrato, se abbiamo a disposizione tutto il giorno si tende ad essere più lenti)
  • prepara la scrivania con tutto ciò che ti serve: libro, appunti, quaderno, penne e una bottiglia d’acqua (bere ossigena il cervello)
  • Organizza le materie: partire dalle materie scritte o da quelle orali? Dalle più facili per te o da quelle più difficili e noiose? In generale è meglio partire dallo scritto perché ci tiene più svegli e dalle cose più facili perché il risultato ottenuto ci motiva: se parto da quelle difficili e non riesco, perdo la motivazione anche per fare quello che mi sembra più facile.

E adesso vediamo come studiare un capitolo velocemente:

  • supervisione del capitolo leggi i titoli dei paragrafi e le parole in grassetto, osserva le immagini e se in fondo c’è una sintesi leggila prima di iniziare lo studio vero e proprio. Leggi anche le domande di verifica: questo attiva la tua mente a trovare le risposte nel testo e di conseguenza individui meglio i concetti da ricordare. Questa fase ti serve per avere la visione generale dell’argomento che devi studiare: tralascia i dettagli e chiediti solo “alla fine dello studio cosa dovrò sapere di questo capitolo”?
  • Studio e sottolineatura ti devi chiedere: dov’è che mi spiega quello che c’è scritto nel titolo del paragrafo? Sottolinea solo le cose veramente importanti e appunta delle parole chiave a margine del testo. Mentre studi cerca di trovare degli esempi collegati alla realtà che ti richiamino l’argomento che stai imparando. Se stai studiando storia ad esempio puoi guardare un film che parli di quel periodo, o immaginarti mentre combatti una battaglia.
  • Schema o mappa mentale: utilizzando frecce e disegni, sul quaderno crea una catena collegata tra le parti importanti del testo. Serve per staccarti dal testo e ripassare più velocemente. Una grossa perdita di tempo è invece data dal fare riassunti, molto meglio schemi riassuntivi.
  • Ripetizione ad alta voce: ti aiuta a verificare che sono state assimilate le informazioni e che riesci ad esprimerle chiaramente. E’ un riscaldamento all’interrogazione. Meglio se fatto in compagnia simulando la situazione studente-insegnante e prevedendo le possibili domande e gli argomenti già studiati collegati
  • Ripassa prima di andare a dormire: la mente rielabora le ultime informazioni della sera. La mattina svegliati 10 minuti prima e sempre dentro il letto rivedi mentalmente quello che hai studiato e memorizzato, noterai che tutto è molto più chiaro e immediato. Infine visualizzati all’interrogazione mentre rispondi bene a tutto e prendi un bel voto.

In bocca al lupo!

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Caratteristiche della Memoria

Molti pensano che la memoria sia una dote destinata solo a pochi eletti.

Quello che è vero, invece, è che non sempre la teniamo in allenamento nel modo giusto. E’ un po’ come andare in palestra: se alleno il mio corpo con costanza la mia resistenza all’esercizio fisico sarà sicuramente più elevata.

In realtà quello che succede è che noi sfruttiamo solamente circa il 10% delle nostre potenzialità lasciando inutilizzato il restante 90%.

Non voglio fare qui un trattato scientifico di come siano fatti la nostra memoria e il nostro cervello, ma semplicemente mettere in evidenza alcune caratteristiche importanti ai fini dell’apprendimento.

E’ importante sottolineare che la nostra memoria è perfetta nella fase del deposito delle informazioni ma non altrettanto nella fase del richiamo.

Tutte le informazioni che incameriamo rimangono sì nella nostra mente ma in ordine sparso ed è per questo motivo che spesso abbiamo dei problemi nel momento in cui dobbiamo richiamarle. Per fare un esempio immagina di avere un vocabolario della lingua italiana con i termini posti in ordine casuale anziché in ordine alfabetico. E’ facile intuire che la ricerca di una parola diventerebbe un compito molto impegnativo. L’obiettivo delle tecniche di memoria è proprio quello di andare a depositare le informazioni in ordine così da migliorare, rendendola più semplice, la fase del richiamo. Sicuramente vi sarà capitato di avere la classica parola sulla punta della lingua. Quando qualcuno ce la suggerisce e noi confermiamo l’esattezza dell’informazione, significa che c’è stato un ripescaggio nel nostro deposito disordinato.

Il deposito può essere reso ordinato sfruttando le altre caratteristiche della nostra mente:

  • MEMORIA VISIVA.
    Gli studiosi ci insegnano che circa l’80% della nostra memoria funziona bene per immagini. Ecco una dimostrazione: prova a pensare al Colosseo.
    Sicuramente nella tua mente sarà apparsa l’immagine del monumento piuttosto che la scritta “Colosseo”.

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    Oppure pensa ad una festa in cui ti vengono presentate svariate persone: probabilmente se le incontrassi nei giorni seguenti riconosceresti i loro volti, ma probabilmente non ricorderesti il loro nome. Già capitato vero? Questo avviene perché il viso è un’immagine concreta mentre il nome è un concetto astratto e di conseguenza sfugge con molta più facilità.

La memoria fotografica è una parte di questa memoria visiva. Riflettiamo anche su questo: i libri delle elementari e delle scuole medie sono ricchi di immagini; pian piano che si sale di livello scolastico i libri diventano sempre più scarni di immagini fino ad arrivare all’università dove non c’è praticamente differenza tra un libro di economia, scienze dell’educazione, giurisprudenza… tutte scritte, qualche povero grafico ma le immagini e i colori scarseggiano. Ma abbiamo detto che la memoria è visiva…. Pensa già allo sforzo che si deve fare per ritrasformare in immagini frasi scritte!

Pensa anche a quando si acquista un mobile con il kit di montaggio. Se trovo le istruzioni sotto forma di immagini è molto più intuitivo capire il da farsi che se avessi le stesse istruzioni tutte scritte. E soprattutto il linguaggio delle immagini è unico, mentre le istruzioni scritte andrebbero tradotte in tutte le lingue per essere comprensibili da tutti i Paesi.

  • MEMORIA ASSOCIATIVA.testa Ti sarà certamente capitato di sentire una vecchia canzone e ritornare con la mente a qualche episodio della tua vita a cui quella musica era collegata. Oppure conoscere una persona col tuo stesso nome e ricordarlo più facilmente rispetto agli altri.
    Sarai anche d’accordo sul fatto che un argomento capito si ricorda meglio di uno imparato a pappagallo. Capire significa in realtà creare una catena associativa tra un argomento importante e l’altro. Questo è il principio dell’associazione.
  • IMPORTANZA DELLE EMOZIONI.Se tu dovessi andare in mezzo alla piazza della tua città e memorizzare esattamente come sono vestite le prime 100 persone che passano, sicuramente avresti qualche difficoltà. emozioniMa se tra queste ce ne fosse una vestita in modo molto stravagante, di certo la noteresti. Questo perché le emozioni che proviamo incidono pesantemente sui nostri ricordi. Se ti chiedessero di pensare ad un avvenimento qualsiasi del tuo passato, probabilmente ne ricorderesti uno particolarmente positivo o negativo. Se ti chiedessi di ricordare che cosa hai mangiato una settimana fa, non credo che lo ricorderesti con esattezza eccetto in due casi: ero a mangiare ad una festa oppure ho mangiato un cibo avariato e sono stato malissimo! Il principio è che si ricorda molto meglio tutto ciò che si distoglie dalla normalità.

Perché queste caratteristiche sono importanti?

Immagina di passeggiare con un tuo amico in centro città. Ad un certo punto scivoli su una buccia di banana e cadi a pelle d’orso in una pozzanghera! Il tuo amico parte con una grande risata!! Poi ti aiuta ad alzarti e vedi che tutti si sono fermati a guardarti! Vorresti sprofondare dalla vergogna e in circostanze tipiche la classica frase è “non mi sono fatto niente” anche se state malissimoJ

Un episodio del genere è molto probabile che rimarrà nella tua memoria per sempre! 10 anni dopo ripasserai da quel luogo con il tuo amico e riderete insieme!

La domanda è: perché questo ricordo che ho vissuto una sola volta è rimasto lì e il capitolo di storia che ho ripassato 20 volte alla fine me lo scordo?

Perché ricordo più facilmente un film che mi parla di quel capitolo di storia?

La risposta è semplice: in questi casi sto usando memoria visiva, memoria associativa ed emozione!

Per studiare il capitolo di storia (leggo e ripeto…) non uso niente di tutto questo e l’emozione che domina è l’apatia!

La conclusione di questo ragionamento è quindi la seguente:

se io potessi sfruttare in ogni situazione memoria visiva, associativa ed emozione, avrei dei ricordi molto più duraturi.

Le tecniche di memoria si basano proprio su questo fondamentale concetto.

Mara Bonucci

Febbraio: Pagelle ed Esami! Le 3M…

Presa la pagella? Dati gli esami universitari al primo appello dell’anno? E i risultati ti hanno soddisfatto totalmente? Rispecchiano l’impegno che hai messo in questi mesi?

Sicuramente ci sono studenti soddisfatti e altri assolutamente no!
Febbraio è un momento importante in un anno scolastico. Si tirano le prime somme e si superano le prime difficoltà.
Che fare se il percorso è cominciato in salita?
Spesso lo studio risulta noioso e faticoso e sono sempre più frequenti i casi di abbandono scolastico e universitario per mancanza di buoni risultati e motivazione. Ma il problema può essere risolto.

Io credo fortemente che “ Non esistono persone portate per lo studio ed altre no” “gli alunni considerati “somari” sono quelli che in realtà non hanno avuto i giusti stimoli dai loro insegnanti attuali o precedenti.

Tutti possono essere bravi con il giusto metodo ed anche chi va già bene può migliorare notevolmente. Ho seguito persone con la media del 4 che sono state promosse a giugno.

Il segreto del successo scolastico è rappresentato da 3 M (che non sono Magia, Magari, Mannaggia….:-)):

MOTIVAZIONE. La parola Motivazione letteralmente significa “IL MOTIVO CHE SPINGE ALL’AZIONE” è il motore più forte che ci fa muovere e ovviamente nello studio deve essere tenuta alta. Non posso cominciare a studiare con l’atteggiamento del “che barba…che noia… a che mi serve studiare storia se sono tutti morti!!” “1000 pagine….non ce la farò mai!!”

Se faccio così le pagine raddoppiano o triplicano… Orienta la mente a che cosa di bello puoi imparare da questa materia che stai studiando. E soprattutto datti un termine temporale: “per le 17,00 devo aver finito tutto!” Questo ti aiuta a limitare le distrazioni.

METODO: purtroppo a scuola nessuno ci spiega come studiare…i professori si limitano a dire che “è bravo…si impegna…ma non ha metodo… il metodo ognuno se lo deve trovare da solo … è una cosa personale….”NON E’ COSI’! E’ vero che il metodo si personalizza ma delle linee guida su come sottolineare ed organizzare il materiale sarebbero utilissime. Ti invito al riguardo a leggere il mio articolo “Ricomincia la scuola”.

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MEMORIA: leggi – ripeti, leggi- ripeti….fin quando la sai…. Ed è proprio questo che fa diventare lo studio noioso e faticoso. Oggi hai studiato, domani ripassi e metà delle informazioni sono andate perse! E questo problema è limitato nel caso di uno studente delle scuole medie inferiori e superiori… ma quando le pagine sono 1000??

Ho condotto una piccola ricerca su un campione di 300 studenti universitari di varie facoltà dell’Università di Pisa e alla domanda “sei in pari con gli esami?” sai in quanti mi hanno risposto di sì: il 4%!!! Una percentuale ridicola!

Esistono delle tecniche, quelle che insegno da 20 anni, che possono risolvere il problema della memorizzazione e del metodo di studio, tecniche che non so per quale motivo non vengono ancora insegnate a scuola! Quanta fatica in meno per gli studenti!

Paradossalmente, ad esempio all’università, due studenti possono prendere 30 e lode ad un esame e averci impiegato tempi diversissimi nella preparazione, da una settimana a due anni, ma questo non viene valutato: è come se nello svolgere uno stesso lavoro di costruzione, un operaio ci mettesse un giorno e l’altro una settimana! Sicuramente il datore di lavoro richiamerebbe il secondo suggerendogli di osservare il primo e farsi spiegare il suo metodo di lavoro.

Con le tecniche di memoria e il metodo di studio adeguato (che può essere insegnato e magari personalizzato, ma dopo averlo imparato) si possono ottenere risultati incredibili (io stessa mi sono laureata con il massimo dei voti preparando esami di 800-1000 pagine con tempi di studio tra i 5 e i 10 giorni massimo!)

Se hai la possibilità ti consiglio di partecipare ad un minicorso sulle tecniche di memoria. Io li organizzo in Toscana e di seguito ti scrivo i prossimi appuntamenti.

L’incontro è gratuito e dura 2 ore e quello che più colpisce sono i risultati immediati ed incredibili che si ottengono con l’utilizzo di questi metodi.

Riusciresti ad esempio con il tuo metodo attuale a memorizzare un numero di 30 cifre in meno di un minuto e ripeterlo avanti e indietro? Con le tecniche di memoria risulta banale:-)!

La mente umana ha delle potenzialità enormi che purtroppo non vengono sfruttate…le tecniche di memoria per me sono state la chiave del mondo dell’impossibile che diventa fattibile, del faticoso che diventa divertente!

Spero di vederti al più presto.

Mara Bonucci

RICORDARE I NOMI DELLE PERSONE

Come te la cavi con i nomi delle persone?

Se sei un insegnante, in quanti anni luce impari i nomi dei tuoi allievi?

Se hai un’attività commerciale, non credi che sarebbe bello poter salutare i tuoi clienti tutti con il loro nome?

Mi ha fatto ridere la settimana scorsa la mia vicina di casa che su facebook ha scritto: “ma quando le persone ti chiamamo “tesoro, amore, carissima” lo fanno perchè sono presi da un raptus di affetto o perchè non ricordano come ti chiami?” Secondo te qual è la risposta:-)?

Purtroppo quello dei nomi è un male comune e capita a tutti di non ricordarli, almeno alla prima presentazione. Quante volte incontriamo una persona nuova, ci presentiamo, chiacchieriamo con lui …e alla fine, nel momento del saluto, non ricordarci il suo nome che magari era anche semplice.

Vediamo come fare per diventare dei bravi memorizzatori di nomi in 3 mosse:

1) ASCOLTARE I NOMI

La prima considerazione da fare è che il motivo principale per cui non si ricordano i nomi è che non li ascoltiamo, li sentiamo ma non poniamo sufficiente attenzione.
Nel momento in cui una persona ci dice come si chiama, è quindi importante indirizzare la nostra attenzione sul nome. Se eventualmente ti sei distratto richiedilo immediatamente. La persona non ne sarà infastidita, anzi lo prenderà come un gesto che la fa sentire importante. Per quanto il nostro nome non ci piaccia, rimane comunque il suono più dolce che l’orecchio può sentire e lo dimostra il fatto che se lo storpiano la cosa ci infastidisce (quando mi chiamano Maura, Maria, Marta….non lo sopporto:-)

2) VISUALIZZARE E ASSOCIARE

Solitamente i nomi si ripetono ed è molto probabile che nella nostra cerchia di conoscenze ci sia una persona che si chiama con quel nome.

Io personalmente creo subito un’associazione con la persona che già conosco e immagino di soprapporre quella persona alla nuova che ho appena conosciuto. Facendo questa operazione mentale cerco anche di focalizzare l’attenzione su un particolare fisico della persona che balza all’occhio (i lineamenti del viso, il colore degli occhi, la corporatura, il sorriso, ecc).

Se non conosci nessuno che si chiama con quel nome crea delle associazioni del tipo: “Luca” potrebbe essere associato alla Luce o ad un lucchetto, Serena a una serenata, Mara al mare, ecc…

Se hai la necessità di ricordare anche i cognomi, sappi che questi si dividono in tre categorie: quelli ben visualizzabili (Cappelli, Gamba, Fogli), quelli famosi (Ferrari, Manzoni…) e quelli generici e in quest’ultimo caso creo un’associazione visiva: es Bonucci posso pensare al Calciatore della Nazionale, oppure al mare in bonaccia o che io sono “buona, buona….bonuccia”:-) …Martellacci potrei associarlo a tanti martelli brutti (Martell….acci)

3) RIPETERE IL NOME DURANTE LA CONVERSAZIONE

Il segreto per fissare bene in testa il nome e ricordarlo nel tempo è quello di ripeterlo più volte durante la conversazione e al momento di salutarsi (Sono d’accordo con te, Luigi; ci sentiamo prossimamente, Anna!). La ripetizione aiuta proprio a fissare il ricordo nella memoria a lungo termine.

Se hai capito il meccanismo puoi provare a cimentarti con l’esercizio che segue.

Concentrati su un particolare del volto e associa il nome e il cognome come spiegato sopra:

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Ora scorri più in  basso con il mouse cercando di associare il nome corretto a ogni volto.

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Confronta i tuoi risultati con la tabella sottostante.

Meno di 3 nomi ricordati:
leggi nuovamente l’articolo e continua a esercitarti! :-)
Da 3 a 5 nomi ricordati:
non male! Continua ad allenarti e migliorerai in fretta.
Da 6 a 8 nomi ricordati:
eccellente, sei sulla buona strada per diventare un grande memorizzatore.
10 nomi ricordati: complimenti, 10 e lode!

IMPARIAMO LE TABELLINE IN 5 MINUTI!

TABELLINE CHE FATICA!

3×3= 9, 3×4= 12, 5×6= 30….quante ore passate a ripetere le tabelline….

Di recente ho scoperto un metodo geniale che ci permette di imparare le tabelline in 5 minuti.

Tralasciando quelle dall’1 al 5 che sono le più semplici, grazie alle vostre mani potete velocemente risolvere tutti i calcoli dal 6 al 10!

Partiamo da questo schema iniziale:

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Ad ogni dito attribuite un numero secondo lo schema qui sopra, partendo per facilità di ricordo dal 6, il numero più piccolo che va collegato con il mignolo, il dito più piccolo.

Adesso facciamo un esempio:

7X8 quanto fa?

Unite l’anulare della mano sinistra con il medio della mano destra. A questo punto visivamente avete una divisione netta data dalle due dita che si uniscono.

Le dita unite e quelle sotto sono le decine, in questo caso 5 in totale, quindi 50

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le dita libere al di sopra di quelle unite rappresentano le unità e vanno moltiplicate tra loro.

In questo caso 3×2= 6

mani-per-tabelline2

 

Il risultato è 50+6= 56, 7×8 = 56!

Facile ? Direi proprio di sì!!

Esercitatevi a fare varie prove e vedrete che funziona sempre!!!

Buon divertimento 🙂 Mara Bonucci

SVILUPPARE LA CREATIVITA’

Un tempo si pensava che la creatività fosse una dote innata, ma numerosi studi hanno dimostrato che la creatività si può apprendere e addirittura insegnare.
Lo studioso Roger Sperry negli anni 60 fece una scoperta molto interessante: il nostro cervello è diviso in due emisferi che hanno funzioni completamente diverse.

Qui di seguito trovi tutte le loro caratteristiche:

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EMISFERO SINISTRO

Controlla la parte dx del corpo

Tratta le informazioni una alla volta

Tratta le informazioni in ordine logico

Controlla le espressioni verbali e matematiche

È’ la sede del senso comune e delle abitudini

EMISFERO DESTRO

Controlla la parte sx del corpo

Tratta l’insieme e non i dettagli

Pensa per immagini, visualizza

Controlla i movimenti del corpo e le attività artistiche

E’ la sede dell’intuizione, della spontaneità e dei sentimenti

Solitamente nella vita di tutti i giorni siamo portati ad usare maggiormente l’emisfero della razionalità. In realtà è molto importante sviluppare e imparare ad utilizzare sempre più spesso l’emisfero destro, cioè quello creativo, che di riflesso sviluppa capacità quali la flessibilità, la capacità di affrontare situazioni difficili e quella di mettersi da un punto di vista diverso.

Mettiamoci alla prova con un paio di situazioni da risolvere:

1) La polizia si sentiva in un vicolo cieco. Una squadra di rapinatori veloci come un fulmine aveva preso di mira alcuni negozi d’abbigliamento e riusciva a far piazza pulita di tutti i vestiti appesi alle grucce prima dell’ arrivo degli agenti chiamati dai sistemi d’allarme. Come fare per fermarli o almeno per costringerli a lavorare meno rapidamente?

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L’idea venne ad un poliziotto. “alternate la posizione dei ganci delle grucce” consigliò ai proprietari dei negozi (in modo che a uno girato verso la parete ne segua un altro rivolto verso il corridoio, e così via fino in fondo alla fila). All’allarme successivo la polizia colse i ladri con le mani tra le grucce.

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2) L’esterno di una vecchia chiesa di legno necessitava urgentemente di una mano di vernice, e il parroco aveva anche trovato una mezza dozzina di “volontari” tra i suoi parrocchiani, solo che non riusciva a farli venire a lavorare.

Che cosa avreste fatto al posto del parroco?

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Ad un tratto ebbe un’intuizione geniale: suddivise la chiesa in sei settori e su ciascuno di essi scrisse con il pennello, a lettere gigantesche, il nome di un volontario. Come per magia, i sei si materializzarono intorno alla Chiesa per mantenere l’impegno preso…e coprire con la vernice tutta quella pubblicità.

Capita a tutti di incontrare persone capaci di avere la levata di genio che risolve il problema contingente, e tutti magari si chiedono come diavolo facciano.
Negli ultimi anni sociologi e studiosi hanno preso sempre più sul serio questa capacità di pensiero creativo, e concluso sulla base delle prove disponibili che la creatività è una dote molto più diffusa di quanto comunemente si pensi.
E in effetti, se ci pensi bene, non esiste un bambino non creativo: purtroppo però con gli anni la creatività viene “addormentata” dalla società stessa che imposta la maggior parte delle attività importanti sulla logica e sulla razionalità. A scuola le materie come Arte, Musica vengono considerate secondarie rispetto a Italiano, Matematica, ecc…e anche i lavori come il pittore, il musicista, l’artista vengono considerati spesso un hobby.

Avere invece una buona creatività significa sapere affrontare gli impevisti ed essere persone più flessibili.
Ecco alcuni consigli per dare libero sfogo al nostro potenziale di creatività:

Impara la curiosità dei bambini.

Qual è la domanda tipica di un bambino di 3 anni?

PERCHE’??

Nel loro mondo i bambini non danno niente per scontato: mio figlio chiama il “Volante” della macchina “Girante” perchè non serve per volare, serve per girare!!

Fai il Brainstorming

E’ il metodo utilizzato dai pubblicitari per dare i nomi ai prodotti da lanciare sul mercato. Si compone di una fase divergente, nella quale l’obiettivo è tirar fuori svariate soluzioni senza criticare o dare giudizi. Si passa poi alla fase convergente in cui si valuta quale potrebbe essere la soluzione migliore.

Il compito sarà quello di scegliere un problema che in realtà ha già soluzioni razionali (es come attraversare al strada, come andare da Milano a Roma, ecc…) e trovare 10 soluzioni al giorno per 30 giorni per un totale di 300 soluzioni allo stesso problema. Nel fare questo esercizio, non bisogna esprimere nessun giudizio negativo o critico e quello che conta è la quantità, non la qualità delle soluzioni. Le prime soluzioni saranno razionali: vado in macchina, motorino, aereo, a piedi, in autostop… ma dopo la domanda da farsi sarà: un bambino di 4 anni come risponderebbe? Sul tappeto volante, col pensiero, via fax, via mail, scavo un tunnel aiutato da una talpa, sulle ali di un gabbiano… ed è qui che l’esercizio prende vita.

L’Acrostico della Creatività

La tecnica dell’acrostico è un modo per sviluppare la creatività. Si può usare i primi giorni di scuola per far presentare i ragazzi attraverso il nome, collegando ad ogni lettera una caratteristica che ci rispecchia, pregio o difetto che sia. Es. MARA potrebbe essere Mamma, Appassionata, Responsabile, Amica. Per creatività si può fare così:

C = COMBINARE due o più bisogni o funzioni
R = RIUTILIZZARE oggetti e risorse
E = ESTENDERE il raggio di azione
A = ACCELERARE i tempi di produzione
T = TRASFERIRE una soluzione, un’idea, una tecnologia
I = IMMAGINARE il mondo alla rovescia
V = VEDERE analogie e somiglianze
I = INGRANDIRE o ridurre un oggetto
T = TORNARE alle origini, alle cose semplici
A = ABBINARE due o più verbi-azione

Cambia punto di vista

Come sarebbe la tua via se fossi una formica? E un gigante?

Guarda le nuvole e pensa a cosa assomigliano, osserva le bellezze della natura (la perfezione di una ragnatela, di un nido..)

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Percependo tutto quel che vi sta intorno, la vostra mente e la vostra fantasia non potranno fare a meno di battere strade nuove e misteriose.

“La creatività non sta nel trovare nuovi paesaggi, ma nel guardare gli stessi con occhi nuovi” Marcel Proust

Tesina di maturità e di terza media: 8 consigli utili!

Ci siamo… inizia giugno e la paura comincia a salire!

Quasi in tutte le scuole per l’esame di maturità, come per quello di terza media, viene richiesta la stesura di una tesina o la presentazione di un lavoro personale che nasca da un’integrazione di più materie.

Spesso gli studenti si limitano a portare i ” soliti” argomenti: prima guerra mondiale, la seconda, il nazismo, ecc. risultando alla fine troppo “scontati e banali”.

Ecco alcuni consigli pratici che mi sento di dare dopo aver aiutato molti studenti nella preparazione della tesina per l’esame orale:

1) Il primo consiglio è che bisogna STUPIRE E INTERESSARE la Commissione d’esame: è quindi fondamentale la scelta dell’argomento principale. Riporto di seguito un esempio di argomento interessante: Arianna Ballati, una mia alleva che si è diplomata lo scorso anno con 98/100 ha portato la storia degli Scout e si è presentata vestita da scout con un pannello di compensato 100×70 che rappresentava quello che vedete qui sotto! Sicuramente d’impatto!

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2) Il secondo fattore di attenzione è quello di verificare quali argomenti vorrebbero preparare i compagni vicini a voi nell’elenco alfabetico di classe (soprattutto quelli che al 90% saranno subito prima di voi: se tutti portate gli stessi argomenti e voi siete gli ultimi, la commissione sarà mal predisposta ad ascoltare di nuovo lo stesso argomento!)

3) Una volta deciso l’argomento centrale vanno pensati tutti i collegamenti con le varie materie, che siano più fluidi possibili.

4) Consiglio di fare un lavoro non troppo lungo e soprattutto in cui siano presenti immagini: “un’immagine vale più di mille parole” e la commissione in 10 minuti non ha tempo (e voglia) di leggere.

5) Per questo io consiglio di sintetizzare tutto con una mappa mentale o eventualmente con una presentazione in Power Point (in questo caso dovete avere la certezza che tutto funzioni a livello tecnico: il giorno prima conviene fare una prova!). Riporto di seguito alcuni esempi di mappe mentali integrate.

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6) Prepararsi il discorso per punti, non a memoria! E soprattutto stando nei tempi previsti. Consiglio di iniziare con un breve sommario che vi permetta di far capire alla commissione che tipo di relazione c’è tra i vari argomenti scelti, per poi addentrarsi nei dettagli.

7) Prevedere domande e collegamenti e ripassare tutti gli argomenti che potrebbero chiedervi. Questo significa “giocare d’anticipo” e vi permette di spaziare da un argomento all’altro in tranquillità e non rischiare “scena muta”.

8) Prima di entrare all’esame, fate tre bei grossi respiri e concetrate l’attenzione sul fatto che tutto andrà bene e che siete preparati!

In bocca al Lupo e voi mi dovete rispondere…..”Io il lupo lo mangio!!”
Se vuoi un aiuto concreto sulla preparazione all’esame non esitare a contattarmi al 328/4015820.
Gli esami sono la mia specialità:-)

Mara Bonucci

Ma cosa ho letto? Distrazioni nella lettura

LA LETTURA VELOCE: I DIFETTI DELLA LETTURA

L’unico insegnamento che si riceve sul metodo di lettura è quello proposto alle scuole elementari: impariamo la fonetica, poi le sillabe, poi ripetiamo la parola intera (m-a-m-m-a, poi mam-ma, poi mamma). Da lì in poi si diventa autodidatti e ognuno migliorerà la sua velocità di lettura in base anche al tipo di attività svolta, sviluppando inevitabilmente dei modi inappropriati di leggere.

Se un bambino e un adulto prendono lezioni di sci, e l’adulto avesse già imparato da autodidatta, chi faticherebbe di più a seguire l’istruttore? Sicuramente l’adulto che deve lottare con le tecniche già apprese. Questo è quello che succede nella lettura: ci portiamo dietro dei difetti che dobbiamo in qualche modo correggere se vogliamo aumentare il nostro potenziale di velocità e comprensione.

Vediamoli insieme.

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ERRATA POSTURA: pretendere di tenere l’attenzione elevata magari leggendo sdraiati sul letto o sul divano è pressoché impossibile. Stessa cosa dicasi dell’orientamento della luce: leggere con la luce alle spalle porta ad avere una cattiva illuminazione sul libro.
Bisogna curare la postura che deve essere comoda ma non troppo rilassata (schiena appoggiata allo schienale della sedia, colonna vertebrale eretta) e l’illuminazione.
leggioE soprattutto il raggio visivo deve essere perpendicolare al foglio, che in termini pratici significa tenere il libro con una inclinazione di circa 45° (un leggio sarebbe l’ideale).
In questo modo si evita di sforzare l’occhio. Inoltre leggere prima di dormire potrebbe innescare il collegamento inconscio che la lettura serva da sonnifero e ritrovarsi magari durante il giorno in stati di sonnolenza mentre cerco di leggere o studiare.

CAMPO VISIVO RISTRETTO: normalmente quando leggiamo muoviamo gli occhi come se fossero una macchina da scrivere: campovisivofacciamo tante piccole soste che tecnicamente si chiamano punti di fissità che di solito variano dai 9 ai 12 per riga. Il campo visivo umano è di 180°, mentre noi nella lettura ne sfruttiamo pochissimo (pochi gradi che corrispondono a 7-8 caratteri-lunghezza media di una parola) Ci sono esercizi specifici che aiutano ad allargare il campo visivo e migliorando questo difetto (un po’ come fare stretching) si riesce come minimo a raddoppiare la velocità.

LETTURA DI TESTI SCIENTIFICI: se sono uno studente di matematica e sono abituato a dare molta importanza ad ogni singolo passaggio di una formula, testiscientificidi un teorema, sarò probabilmente portato a fare la stessa cosa negli altri tipi di lettura, quali libri di narrativa, giornali, riviste.. rallentando notevolmente la velocità.
Esistono vari tipi di lettura: scremante, selettiva, integrale che hanno scopi diversi di ritenzione. La scremante è la lettura di un libro di piacere. Mediamente si ha in questo caso una velocità di circa 200 P.A.M. (Parole Al Minuto) Quella selettiva è la lettura del ripasso o della ricerca di specifiche informazioni. La velocità si aggira sulle 300 P.A.M.
Quella integrale è la lettura critica dello studio. La velocità è notevolmente inferiore, dalle 0 alle 100 PAM. REGRESSIONE: tendenza a rileggere parti di testo già superate con l’intento di capire meglio dopo essersi distratti. Utile per notare questo difetto è l’uso di un cartoncino bianco per coprire le parti di testo già lette. Noterete come l’occhio ritornerà più volte a posare l’attenzione sul cartoncino bianco.

 ripetizioneMentale

RIPETIZIONE MENTALE: è l’effetto che pensate vi faccia capire meglio (la vocina interiore che vi ripete il testo che leggete) ma in realtà è proprio la causa della distrazione. Succede spesso di arrivare in fondo ad una pagina e dire: ma cosa ho letto? Gli occhi vanno da una parte e la mente dall’altra. La causa di questo è nella struttura del nostro cervello: l’emisfero sinistro legge parola per parola, il destro ha la capacità di avere una visione globale e di conseguenza si “annoia” mentre il sinistro ripete. Aumentando la velocità di messa a fuoco e di spostamento degli occhi si riesce a diminuire l’effetto distrazione. Prova a leggere questo testo in cui sono state anagrammate le parole lasciando la prima e l’ultima lettera al proprio posto. Ti accorgerai che il senso del testo si percepisce lo stesso.

ESERCIZIO PRATICO
Leggi velocemente, senza soffermarti troppo sulle parole, il seguente paragrafo e poi pensa se ti ci e’ voluto molto a capire il senso della frase. La spiegazione e’ nella frase stessa!

Sceodno una rcrecia sovtla in una uviniserta’ iatilana, non ha ipmotrzana in qalue odrnie le ltetree snoo dsioptse in una proala l’ucina csoa ipmotratne e’ che la pmira e l’utlmia ltereta sanio al psoto gustio. Il rseto puo’ esrese una talote cnfosounie ed esrese acnroa cmpolteanemte cmprosneilibe. Qeutso prehce’ non lgegamio ongi sniolga ltertea ma la praloa nlela sua itnezreza.

che sotira !

E adesso collegati sul sito www.memoriaemetodo.it e prova a misurare la tua velocità di lettura con il test:

 testvelocitalettura

Rimandato a settembre…. Studia senza rovinarti le vacanze!

Sei stato rimandato a settembre? Vediamo i lati positivi:
3 materie: se i tuoi professori hanno deciso di non bocciarti significa che stanno credendo in te e ti stanno dando una possibilità!
2 materie o 1: probabilmente hai bisogno di un ripasso più approfondito o quelle materie in qualche modo sono state trascurate durante l’anno…

Qualsiasi sia la motivazione, vedila come UNA POSSIBILTA’ di dimostrare le tue capacità!
E questo lo puoi fare senza rovinarti le vacanze. Basta solo un po’ di organizzazione.
Perché in estate tra il caldo e la stanchezza accumulata c’è bisogno di ricaricare le pile e divertirsi.
La cosa importante è gestire le giornate di studio senza ritrovarsi a fare tutto negli ultimi giorni.
In questi giorni, siamo ai primi di luglio, ti consiglio di prendere in mano i libri delle materie da fare e contare le pagine e gli argomenti. Materia per materia dividi rispetto ai giorni a disposizione e ti accorgerai che se cominci subito le pagine da fare sono pochissime al giorno. Il tutto in relax!
Se una di queste materie fosse storia, ad esempio, l’ideale sarebbe fare un po’ di pagine al giorno e fare gli schemi (NON i riassunti) senza memorizzare niente, questo per ridurre il materiale da rivedere bene dopo il 15 agosto. Fare delle linee del tempo o delle mappe mentali, argomento per argomento.

Questi sono alcuni esempi (meglio fatti a mano): dante_storia

Per le materie scritte, come matematica, chimica, ecc… fare teoria e pratica insieme, magari due/tre volte alla settimana. L’atteggiamento deve essere tranquillo e rilassato, ma responsabile!
E finita la fatica, una volta dato l’esame a settembre…un’importante riflessione da fare:
COMINCIA L’ANNO CON IL PIEDE GIUSTO!
Non so se ci hai fatto caso, ma chi non ha voglia di studiare si ritrova la scuola sempre in mezzo. Quelli che vengono promossi a giugno, di solito finiscono le interrogazioni a maggio e si godono con la mente libera l’estate! Durante l’anno hanno seguito bene le spiegazioni del professore e a casa magari bastava una lettura del libro per ricordare già tutto. Tu forse eri lì invece con la testa tra le nuvole… “tanto poi lo studio a casa…ma quest’ora non passa più…” e a casa fatica doppia…e arrivavano i brutti voti e i tuoi genitori per rimediare ti hanno mandato a ripetizione e mentre quelli “che sono stati attenti” sono fuori a divertirsi, tu a lezione da altri professori!
Dopo tutte queste considerazioni non vale la pena impegnarsi di più durante l’anno e godersi totalmente l’estate? Questo credo che sia il messaggio e la lezione più importante su cui riflettere.

Buone vacanze e studia sereno!

Mara Bonucci

Impara a concentrarti prima di leggere

Per molte persone, purtroppo, è difficile raggiungere lo stato ideale per la lettura, soprattutto nel lavoro o nello studio. Ci sono mille distrazioni che non ci permettono di stare concentrati come vorremmo: il telefono squilla, qualcuno ci chiama per un bisogno urgente, i pensieri si affollano, uno dietro l’altro, sui vari compiti che dobbiamo fare, e leggere diventa quasi impossibile.

La concentrazione va a farsi benedire. Diventa come scalare una montagna. Troppo complicato, faticoso e spesso, tutto questo, ci porta ad una forte demotivazione. Per qualcuno è fonte di stress e di mancanza di autostima. Molti arrivano a leggere sempre meno fino ad abbandonare, quasi completamente, lo studio o letture di formazione e di cultura.

Quello che è importante e utile, per leggere e farci amare la lettura e lo studio, è esattamente il contrario di tutto ciò. Lo stato ideale per leggere è uno stato di fluidità, che si presenta quando siamo totalmente assorbiti nel compito di un determinato momento, quando, cioè, riusciamo a isolarci nella lettura, il corpo è rilassato e la mente è attivata. La concentrazione è facile e mantenerla diventa davvero semplice e, di conseguenza, diventa semplice e piacevole anche la comprensione di quello che leggiamo.

In merito a quest’ argomento ho fatto molto letture di approfondimento. Tra tutti i libri, tecniche e articoli che ho letto, quello che ho trovato più interessante e di facile applicazione è una tecnica simpatica e, se vogliamo, anche divertente. Ci permette di riuscire a trovare lo stato migliore per leggere. Questa tecnica è:la tecnica del mandarino.

Ho sperimentato personalmente quest’applicazione, prima su di me e poi con i miei allievi e devo dire che è davvero facile da eseguire e funziona subito!

La prima volta che l’ ho provata ho avuto una sensazione fantastica: con gli occhi chiusi, seguendo le istruzioni che trovi tra poco, appena ho toccato il punto sopra e dietro la testa, ho sentito che il mio campo visivo si allargava e appena ho cominciato a leggere mi sembrava che le parole fossero molto più nitide e grandi e che i miei occhi riuscissero a vedere più cose insieme.

Sappiamo bene che la lettura, lo studio e tante altre attività quotidiane, richiedono molte energie mentali ed è importante dove fissi il tuo punto d’attenzione. Per esempio: quando guidi, il punto d’attenzione e di concentrazione non è né sui tergicristalli della tua macchina, né sulla targadell’automobile che ti precede, né tanto meno sul panorama alla tua destra o alla tua sinistra, il punto migliore è in fondo alla strada, questo punto è il fulcro della tua concentrazione.

Allo stesso modo, per il lettore efficiente, il punto d’attenzione ideale è immediatamente dietro e sopra la parte superiore della testa. Come scoprirai più avanti, la tecnica del mandarino sfrutta proprio questo punto, è qui che devi mettere il tuo mandarino immaginario.

Ecco la tecnica del mandarino.

Segui le tappe passo dopo passo, anche se ti potrebbero sembrare, a volte, bizzarre:

  • Chiudi gli occhi, rilassati e immagina di tenere nella tua mano dominante (destra o sinistra) un mandarino. Inizia a percepire tutte le sue caratteristiche: il peso, il colore, la sua forma, il profumo e il sapore, con calma.
  • Ora immagina di giocarci passandolo da una mano all’altra e mentre lo fai sei sempre più consapevole della sua consistenza.
  • Adesso prendi il mandarino con la mano dominante e portalo verso la parte superiore e posteriore della testa. Dolcemente, tocca la zona con la tua mano e immagina di sentire il mandarino che resta fermo in quella posizione mentre riporti giù il braccio e rilassi le spalle. Pensa che sia un mandarino magico che rimane in qualsiasi posto tu lo metta.
  • Mentalmente lascia il mandarino in equilibrio dietro la testa: nota che cosa succede al tuo stato fisico e mentale mentre lo fai. Ti sentirai rilassato e vigile.
  • Ancora con gli occhi chiusi, ti rendi conto che il tuo campo visivo si apre e si allarga sempre di più ed è molto piacevole. Con questa sensazione apri gli occhi e comincia a leggere.
  • Ti accorgi immediatamente come tutto sia semplice, leggero. Di come la lettura scorra, la tua concentrazione rimane e la comprensione del testo sia una facile conseguenza.

 

 

mandarinoPer avere un’ulteriore conferma della tecnica appena appresa, puoi fare un esercizio molto semplice: prendi una pagina di un libro che non hai ancora letto e leggila come fai di solito, quindi senza l’applicazione del “mandarino”. Poi prendi un’altra pagina di un altro libro e, prima di iniziare a leggere, applica la tecnica, con calma, seguendo tutta la procedura descritta sopra.

Confronta le due esperienze e nota la differenza.

Molte persone riferiscono di un campo visivo più ampio, di un movimento fluido degli occhi e la capacità di leggere gruppi di parole o addirittura intere frasi con un solo sguardo.

Le prime volte potresti non notare la differenza perché sei troppo concentrato nell’esperimento; se lo fai “senza pensarci” invece, sentirai perfettamente questi effetti.

Prendila come un gioco, prima di leggere dedica giusto due minuti alla visualizzazione del mandarino e poi leggi. Con l’esercizio costante diventerà un ottimo modo per prendere consapevolezza della concentrazione durante la lettura.

Questo livello di attenzione è ricercato dalle persone come stato per il massimo rendimento ed è simile allo stato di contemplazione che si raggiunge nella meditazione e nella preghiera, è simile al “qui e ora”.

Personalmente credo che sia utile per tutte le persone che hanno difficoltà a mantenere la concentrazione.

Si tratta di una forma di preparazione alla lettura da realizzare in massimo trenta secondi.

Ti riassumo brevemente i passi da seguire:

  • Metti quello che hai da leggere di fronte a te. Aspetta a leggere.
  • Chiudi gli occhi e prendi coscienza di te stesso dalla testa ai piedi: la tua schiena è dritta e rilassata, il tuo respiro è regolare e tranquillo.
  • Mentalmente osserva qual è lo scopo della tua lettura e ripetilo dentro di te. Per esempio:“Durante i prossimi quindici minuti, leggerò questo testo per prendere la visione globale dell’argomento principale”, oppure “in questi dieci minuti voglio comprendere la linea generale da seguire per il mio intervento in pubblico”.
  • Posiziona il mandarino immaginario nella parte superiore e posteriore della tua testa, fai un piccolo sorriso per rilassare i muscoli del viso e immagina che il tuo campo visivo si stia allargando sempre di più come se tu avessi un collegamento diretto tra gli occhi e la mente.
  • Adesso, mantenendo questo stato di vigilanza rilassata, apri dolcemente gli occhi e comincia a leggere a una velocità che sia comoda per te.

Molto interessante , secondo me è sapere che questa tecnica prende spunto da alcuni lavori fatti da uno specialista della lettura, Ron Davis, che ha messo appunto un metodo, che da lui prende anche il nome, per eliminare gli effetti negativi della dislessia.

 

Sempre più frequentemente sentiamo parlare di disturbi dell’apprendimento: dislessia (incapacità di leggere in modo fluido e difficoltà di mantenere la concentrazione), disgrafia (inversione di lettere o consonanti errate), discalculia (fatica nel fare i calcoli matematici). A volte ne sento parlare come se fossero una “malattia”.

dislessia

Davis soffriva di dislessia e mentre cercava una soluzione al suo problema, fece una scoperta importante: le persone dislessiche hanno un punto d’attenzione vagante che si sposta

senza giungere ad un punto fisso. Di regola, invece, i lettori che NON hanno problemi di dislessia hanno un punto d’attenzione fisso, localizzato immediatamente dietro e sopra la parte superiore della testa (dove va posto il nostro mandarino, appunto).

In meno di tre anni, allenandosi a indirizzare di nuovo la sua attenzione, innalzò le sue capacità di lettura, scrittura e ortografia da un livello di scuola elementare a un livello di scuola superiore.

Se questa tecnica ha funzionato sui dislessici, pensate a quale potrebbe essere l’effetto su un

“normale” lettore, adulto o bambino che sia, che è sempre distratto e ha problemi di concentrazione.

La tecnica del mandarino c’è stata tramandata con un gran numero di alternative anch’esse simpatiche e comunque efficaci: il cappello da mago, quello da meditazione e persino la concezione originaria del “cappello d’asino”, sono tutti strumenti per fissare l’attenzione.

Ognuno di essi fa in modo che una parte della tua attenzione si ponga sopra e dietro la testa. Se con te l’immagine di un mandarino non funziona, allora immagina di indossare un grosso cappello, ad esempio un sombrero con un uccellino appollaiato sopra di esso. Senti il sombrero che si appoggia sulla tua testa e fissa l’attenzione sull’uccellino posto proprio dove avresti messo il mandarino.

Un altro modo è immaginare di stare al di fuori del tuo corpo e di guardare, mentre leggi, la tua testa dall’alto.

Una volta che hai posto lì il mandarino o l’uccellino, dimenticatene.

 

Oltre a questa tecnica te ne voglio suggerire un’altra, diversa e allo stesso modo efficace, che ti permette di entrare in uno stato di concentrazione, di maggiore lucidità mentale, pronto per apprendere.

 

Si chiama la tecnica del conto alla rovescia.

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Ecco la procedura per entrare in questo stato, detto anche stato di apprendimento accelerato.

  • Mettiti comodo e fai un respiro profondo. Togli l’aria dai tuoi polmoni lentamente e chiudi gli occhi.
  • Prova un totale rilassamento fisico. Fai un altro respiro profondo e trattienilo un attimo. Mentre espiri lentamente, pensa al numero “tre” e ripeti mentalmente la parola relax.

Questo è il tuo segnale di rilassamento fisico, prendi consapevolezza. Rilassa i muscoli più importanti del tuo corpo, dalla testa ai piedi, come un’onda di rilassamento che scorre attraverso tutto il tuo corpo.

Sciogli ogni muscolo e liberalo da tutte le tensioni.

  • Ora calma la mente. Fai un respiro profondo e trattienilo un momento. Togli l’aria dai tuoi polmoni lentamente e pensa al numero “due”. Ripeti mentalmente la parola relax. Questo è il tuo segnale di rilassamento mentale, prendi consapevolezza. Lascia andare tutti i pensieri sul passato o sul futuro. Focalizza la tua concentrazione sul presente. Mentre purifichi i polmoni e la mente, lascia che tutti i problemi e le preoccupazioni scivolino via. Adesso inspira e immagina che un senso di pace si diffonda e avvolga tutto il tuo corpo.
  • Fai un altro respiro profondo e trattienilo un momento. Togli l’aria dai tuoi polmoni lentamente, senti nella tua mente il suono del numero “uno”. Mentre lo fai, immagina un bellissimo fiore nel tuo occhio mentale (chiamato anche “terzo occhio”, sopra il naso in mezzo agli occhi) e immagina di essere in un posto bellissimo e tranquillo. Prenditi tutto il tempo che è necessario, lentamente; poi riapri gli occhi e riprendi coscienza della realtà.

 

Entrare in questo stato fisico e mentale attiva l’emisfero destro del cervello e lo apre agli stimoli esterni.

Mentre sei in questo stato di elevata sintonia, apri l’accesso a un archivio profondo nella tua memoria a lungo termine.

Devi solo sperimentare e trovare quale sia la tecnica migliore per te.

Mara Bonucci