MEMORIA E TERZA ETA’: i segreti per una super memoria anche dopo i 60 anni

Noi nasciamo con 100 miliardi di neuroni e questi neuroni muoiono e non si rigenerano (questo almeno è quello che ha detto la scienza finora): vista così in vecchiaia sembreremmo tutti destinati al rintronamento!!!

In realtà quelli che muoiono sono una parte minima rispetto a quelli che rimangono, sempre che sia ancora vero che i neuroni non si rigenerano; di recente sembra che stiano dimostrando il contrario e ci sono persone che muoiono oltre 100 anni con tutta la lucidità di questo mondo.

Sempre più spesso vengono ai miei corsi persone con la “sindrome dell’Alzheimer”, come la chiamo io 🙂 : mai successo di andare in una stanza per prendere una cosa specifica e poi mettersi a fare altro  e uscire dalla stanza senza aver preso quella cosa specifica?

alzheimer-anziani1Credo che succeda a tutti! Succede anche a me! Ma tante persone prendono questo come un primo sintomo che potrebbe essere affette da Alzheimer.

Nel 99,9% dei casi la malattia (quella vera) non c’entra niente.

Basterebbe analizzare la situazione precedente: entro in una stanza con lo scopo di prendere una cosa ma vengo distratto da altro…quindi qual è la causa della dimenticanza?

La distrazione, il non aver vissuto “qui e ora” come si sente spesso dire anche nei corsi di meditazione! Purtroppo siamo quasi tutto il giorno concentrati o sul futuro a pensare a quello che dovremo fare o sul passato a rimuginare, stiamo invece poco nel presente!

“Ma l’età? quella c’entra e come!” potrebbe dirmi un over 60…. In realtà anche qui l’età c’entra relativamente. Se un settantenne va a correre tutti i giorni e fa una gara con un ventenne che non fa sport e non si allena, chi vince? La memoria può essere paragonata ad un muscolo del corpo. Più si allena più è funzionante e tonica. Riflettiamo su questo:quando andiamo a scuola teniamo la mente allenata dalle 5 alle 8 ore al giorno minimo, dai 6 anni ai 19, ben 13 anni, su fronti diversi (matematica, storia, geografia, musica, disegno…): è come dire che facciamo 7-8 sport diversi dalle 5 alle 8 ore al giorno per 13 anni consecutivi. Quando smettiamo di studiare e cominciamo a lavorare ci specializziamo su alcuni argomenti; è come dire che cominciamo a fare uno sport solo anziché 7-8 diversi…alcuni muscoli non li usiamo più! Una volta arrivati alla pensione molti si dicono “ora mi riposo” e non fanno più niente: è come dire mi metto sul divano e non faccio più movimento; i muscoli perderebbero completamente di tonicità! Io ho giocato per 10 anni a pallavolo e ricordo perfettamente che bastavano poche settimane (settimane, non anni!) di stop e  riprendere gli allenamenti era faticosissimo!

Allora cosa fare per tenere la memoria in forma? Leggete tanto, fate esercizi di enigmistica, giocate a carte, imparate ad usare la tecnologia anziché rifiutarla, iscriversi a corsi nuovi su argomenti di cui non conoscete niente, fate ginnastica, osservate la bellezza della natura e soprattutto pensate che anche se siate andati in pensione avete ancora un posto nel mondo! Purtroppo alcune persone che arrivano alla pensione senza passioni o hobby particolari e non se ne creano, dentro si sentono inutili alla società, non hanno più motivazione nel vivere e si lasciano andare: ricordatevi che la data di morte e quella di sepoltura devono coincidere! Alcuni sembrano già morti molti anni prima di essere sepolti. Ci sono infiniti modi per tenersi impegnati….

Da qualche anno mi diverto tantissimo perché tengo corsi di tecniche di memoria Over 60 ed è bellissimo vedere persone che arrivano al corso senza speranza, uscire con una nuova forza e con la dimostrazione pratica che non sono poi così male come pensavano: è una soddisfazione enorme per me!

RICORDARE I NOMI DELLE PERSONE

Come te la cavi con i nomi delle persone?

Se sei un insegnante, in quanti anni luce impari i nomi dei tuoi allievi?

Se hai un’attività commerciale, non credi che sarebbe bello poter salutare i tuoi clienti tutti con il loro nome?

Mi ha fatto ridere la settimana scorsa la mia vicina di casa che su facebook ha scritto: “ma quando le persone ti chiamamo “tesoro, amore, carissima” lo fanno perchè sono presi da un raptus di affetto o perchè non ricordano come ti chiami?” Secondo te qual è la risposta:-)?

Purtroppo quello dei nomi è un male comune e capita a tutti di non ricordarli, almeno alla prima presentazione. Quante volte incontriamo una persona nuova, ci presentiamo, chiacchieriamo con lui …e alla fine, nel momento del saluto, non ricordarci il suo nome che magari era anche semplice.

Vediamo come fare per diventare dei bravi memorizzatori di nomi in 3 mosse:

1) ASCOLTARE I NOMI

La prima considerazione da fare è che il motivo principale per cui non si ricordano i nomi è che non li ascoltiamo, li sentiamo ma non poniamo sufficiente attenzione.
Nel momento in cui una persona ci dice come si chiama, è quindi importante indirizzare la nostra attenzione sul nome. Se eventualmente ti sei distratto richiedilo immediatamente. La persona non ne sarà infastidita, anzi lo prenderà come un gesto che la fa sentire importante. Per quanto il nostro nome non ci piaccia, rimane comunque il suono più dolce che l’orecchio può sentire e lo dimostra il fatto che se lo storpiano la cosa ci infastidisce (quando mi chiamano Maura, Maria, Marta….non lo sopporto:-)

2) VISUALIZZARE E ASSOCIARE

Solitamente i nomi si ripetono ed è molto probabile che nella nostra cerchia di conoscenze ci sia una persona che si chiama con quel nome.

Io personalmente creo subito un’associazione con la persona che già conosco e immagino di soprapporre quella persona alla nuova che ho appena conosciuto. Facendo questa operazione mentale cerco anche di focalizzare l’attenzione su un particolare fisico della persona che balza all’occhio (i lineamenti del viso, il colore degli occhi, la corporatura, il sorriso, ecc).

Se non conosci nessuno che si chiama con quel nome crea delle associazioni del tipo: “Luca” potrebbe essere associato alla Luce o ad un lucchetto, Serena a una serenata, Mara al mare, ecc…

Se hai la necessità di ricordare anche i cognomi, sappi che questi si dividono in tre categorie: quelli ben visualizzabili (Cappelli, Gamba, Fogli), quelli famosi (Ferrari, Manzoni…) e quelli generici e in quest’ultimo caso creo un’associazione visiva: es Bonucci posso pensare al Calciatore della Nazionale, oppure al mare in bonaccia o che io sono “buona, buona….bonuccia”:-) …Martellacci potrei associarlo a tanti martelli brutti (Martell….acci)

3) RIPETERE IL NOME DURANTE LA CONVERSAZIONE

Il segreto per fissare bene in testa il nome e ricordarlo nel tempo è quello di ripeterlo più volte durante la conversazione e al momento di salutarsi (Sono d’accordo con te, Luigi; ci sentiamo prossimamente, Anna!). La ripetizione aiuta proprio a fissare il ricordo nella memoria a lungo termine.

Se hai capito il meccanismo puoi provare a cimentarti con l’esercizio che segue.

Concentrati su un particolare del volto e associa il nome e il cognome come spiegato sopra:

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Ora scorri più in  basso con il mouse cercando di associare il nome corretto a ogni volto.

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Confronta i tuoi risultati con la tabella sottostante.

Meno di 3 nomi ricordati:
leggi nuovamente l’articolo e continua a esercitarti! :-)
Da 3 a 5 nomi ricordati:
non male! Continua ad allenarti e migliorerai in fretta.
Da 6 a 8 nomi ricordati:
eccellente, sei sulla buona strada per diventare un grande memorizzatore.
10 nomi ricordati: complimenti, 10 e lode!

SVILUPPARE LA CREATIVITA’

Un tempo si pensava che la creatività fosse una dote innata, ma numerosi studi hanno dimostrato che la creatività si può apprendere e addirittura insegnare.
Lo studioso Roger Sperry negli anni 60 fece una scoperta molto interessante: il nostro cervello è diviso in due emisferi che hanno funzioni completamente diverse.

Qui di seguito trovi tutte le loro caratteristiche:

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EMISFERO SINISTRO

Controlla la parte dx del corpo

Tratta le informazioni una alla volta

Tratta le informazioni in ordine logico

Controlla le espressioni verbali e matematiche

È’ la sede del senso comune e delle abitudini

EMISFERO DESTRO

Controlla la parte sx del corpo

Tratta l’insieme e non i dettagli

Pensa per immagini, visualizza

Controlla i movimenti del corpo e le attività artistiche

E’ la sede dell’intuizione, della spontaneità e dei sentimenti

Solitamente nella vita di tutti i giorni siamo portati ad usare maggiormente l’emisfero della razionalità. In realtà è molto importante sviluppare e imparare ad utilizzare sempre più spesso l’emisfero destro, cioè quello creativo, che di riflesso sviluppa capacità quali la flessibilità, la capacità di affrontare situazioni difficili e quella di mettersi da un punto di vista diverso.

Mettiamoci alla prova con un paio di situazioni da risolvere:

1) La polizia si sentiva in un vicolo cieco. Una squadra di rapinatori veloci come un fulmine aveva preso di mira alcuni negozi d’abbigliamento e riusciva a far piazza pulita di tutti i vestiti appesi alle grucce prima dell’ arrivo degli agenti chiamati dai sistemi d’allarme. Come fare per fermarli o almeno per costringerli a lavorare meno rapidamente?

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L’idea venne ad un poliziotto. “alternate la posizione dei ganci delle grucce” consigliò ai proprietari dei negozi (in modo che a uno girato verso la parete ne segua un altro rivolto verso il corridoio, e così via fino in fondo alla fila). All’allarme successivo la polizia colse i ladri con le mani tra le grucce.

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2) L’esterno di una vecchia chiesa di legno necessitava urgentemente di una mano di vernice, e il parroco aveva anche trovato una mezza dozzina di “volontari” tra i suoi parrocchiani, solo che non riusciva a farli venire a lavorare.

Che cosa avreste fatto al posto del parroco?

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Ad un tratto ebbe un’intuizione geniale: suddivise la chiesa in sei settori e su ciascuno di essi scrisse con il pennello, a lettere gigantesche, il nome di un volontario. Come per magia, i sei si materializzarono intorno alla Chiesa per mantenere l’impegno preso…e coprire con la vernice tutta quella pubblicità.

Capita a tutti di incontrare persone capaci di avere la levata di genio che risolve il problema contingente, e tutti magari si chiedono come diavolo facciano.
Negli ultimi anni sociologi e studiosi hanno preso sempre più sul serio questa capacità di pensiero creativo, e concluso sulla base delle prove disponibili che la creatività è una dote molto più diffusa di quanto comunemente si pensi.
E in effetti, se ci pensi bene, non esiste un bambino non creativo: purtroppo però con gli anni la creatività viene “addormentata” dalla società stessa che imposta la maggior parte delle attività importanti sulla logica e sulla razionalità. A scuola le materie come Arte, Musica vengono considerate secondarie rispetto a Italiano, Matematica, ecc…e anche i lavori come il pittore, il musicista, l’artista vengono considerati spesso un hobby.

Avere invece una buona creatività significa sapere affrontare gli impevisti ed essere persone più flessibili.
Ecco alcuni consigli per dare libero sfogo al nostro potenziale di creatività:

Impara la curiosità dei bambini.

Qual è la domanda tipica di un bambino di 3 anni?

PERCHE’??

Nel loro mondo i bambini non danno niente per scontato: mio figlio chiama il “Volante” della macchina “Girante” perchè non serve per volare, serve per girare!!

Fai il Brainstorming

E’ il metodo utilizzato dai pubblicitari per dare i nomi ai prodotti da lanciare sul mercato. Si compone di una fase divergente, nella quale l’obiettivo è tirar fuori svariate soluzioni senza criticare o dare giudizi. Si passa poi alla fase convergente in cui si valuta quale potrebbe essere la soluzione migliore.

Il compito sarà quello di scegliere un problema che in realtà ha già soluzioni razionali (es come attraversare al strada, come andare da Milano a Roma, ecc…) e trovare 10 soluzioni al giorno per 30 giorni per un totale di 300 soluzioni allo stesso problema. Nel fare questo esercizio, non bisogna esprimere nessun giudizio negativo o critico e quello che conta è la quantità, non la qualità delle soluzioni. Le prime soluzioni saranno razionali: vado in macchina, motorino, aereo, a piedi, in autostop… ma dopo la domanda da farsi sarà: un bambino di 4 anni come risponderebbe? Sul tappeto volante, col pensiero, via fax, via mail, scavo un tunnel aiutato da una talpa, sulle ali di un gabbiano… ed è qui che l’esercizio prende vita.

L’Acrostico della Creatività

La tecnica dell’acrostico è un modo per sviluppare la creatività. Si può usare i primi giorni di scuola per far presentare i ragazzi attraverso il nome, collegando ad ogni lettera una caratteristica che ci rispecchia, pregio o difetto che sia. Es. MARA potrebbe essere Mamma, Appassionata, Responsabile, Amica. Per creatività si può fare così:

C = COMBINARE due o più bisogni o funzioni
R = RIUTILIZZARE oggetti e risorse
E = ESTENDERE il raggio di azione
A = ACCELERARE i tempi di produzione
T = TRASFERIRE una soluzione, un’idea, una tecnologia
I = IMMAGINARE il mondo alla rovescia
V = VEDERE analogie e somiglianze
I = INGRANDIRE o ridurre un oggetto
T = TORNARE alle origini, alle cose semplici
A = ABBINARE due o più verbi-azione

Cambia punto di vista

Come sarebbe la tua via se fossi una formica? E un gigante?

Guarda le nuvole e pensa a cosa assomigliano, osserva le bellezze della natura (la perfezione di una ragnatela, di un nido..)

ragnatela

Percependo tutto quel che vi sta intorno, la vostra mente e la vostra fantasia non potranno fare a meno di battere strade nuove e misteriose.

“La creatività non sta nel trovare nuovi paesaggi, ma nel guardare gli stessi con occhi nuovi” Marcel Proust