TECNICHE DI MEMORIA E DISLESSIA: ACCOPPIATA VINCENTE!

TECNICHE DI MEMORIA E DISLESSIA: ACCOPPIATA VINCENTE!
Sempre più di frequente mi telefonano persone, soprattutto genitori preoccupati, che mi dicono: “Mio figlio è  dislessico, possono essere utili le tecniche che insegni per un dislessico?”
La mia risposta è sempre le stessa: ” Io non sono un’esperta in dislessia ma tutti i dislessici che hanno frequentato i miei corsi hanno ottenuto dei risultati straordinari!”
In diversi articoli ho già parlato della divisione del cervello in due emisferi: riporto di nuovo, per chi non li avesse letti, lo schema:
emisfericervello
Senza entrare troppo nello specifico e facendo una semplificazione estrema, il dislessico ha l’emisfero destro che domina sul sinistro, la sua visione globale domina su quella lineare, pertanto tutto ciò che è lineare lo mette più in difficoltà.
Quello che segue è stato preso dal sito http://www.aiditalia.org, associazione italiana dislessia, che spiega in breve i principali disturbi dell’apprendimento per chi non sapesse cosa sono:
I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

I DSA sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.
In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in:

DISLESSIA:

dislessia-difficolta-di-lettura

 

disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo;

DISORTOGRAFIA:

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disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica;

DISGRAFIA:

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disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura;

DISCALCULIA:

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disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.

Questi disturbi  dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo.
Non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali.

In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA per classe.
Leggere, scrivere e calcolare per noi sono atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà che riscontrano i bimbi o i ragazzi dislessici.
Spesso questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come “è intelligente ma non si applica”.
Questi ragazzi non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.

Ecco, mi ha colpito quest’ultima frase: “Questi ragazzi non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi”.

Sento troppo spesso parlare della dislessia come di una “malattia” grave: mio figlio è dislessico, curiamolo. E quale è la cura? Dare degli strumenti che facilitano il percorso scolastico: i libri registrati, la calcolatrice, ecc… Sicuramente ci sarà qualche caso più grave di altri, ma permettetemi di dire “NON SONO D’ACCORDO!” Quell’al di là dello studio nella frase qui sopra mi fa venire i capelli dritti!

E se invece fosse solo un problema di mancanza di giusti strumenti per studiare?

Magari con un metodo di studio adeguato e qualche tecnica di memorizzazione giusta e un po’ di sostegno individuale (che dovrebbero avere tutti gli studenti,secondo me) il problema si risolve! Dare delle “scorciatoie”, degli strumenti che facilitano, è davvero un aiuto? Io lo vedo invece come un modo per non spronare questi ragazzi a dare di più.

Ci sono tante testimonianze di persone dislessiche che sono diventate famose, primi tra tutti Einstein, Galileo e Leonardo da Vinci.

Tra le tecniche che insegno io suggerisco soprattutto l’utilizzo delle mappe mentali e delle tecniche di lettura veloce. Entrambe sfruttano la visione globale, quindi un dislessico si trova avvantaggiato. Attenzione: ho detto mappe mentali non concettuali! Che differenza c’è?. Te lo mostro con due immagini:

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La prima è una mappa concettuale: il vantaggio è avere una visione di insieme su un unico foglio, ma a livello di ricordo nel tempo non è efficace perchè si ricordano i riquadri ma non il contenuto.

La seconda è una mappa mentale che si differenzia principalmente per la presenza di disegni. Meglio se costruita a mano perchè mentre la mappa viene costruita, viene anche memorizzata.

Trovate tanti consigli sul loro utilizzo sul mio libro “Memoria & Metodo” ed. In Mind

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Per la lettura veloce vi consiglio invece il mio libro “Lettura & Metodo”  ed. In Mind ricco di tantissimi esercizi pratici.

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Ritornerò comunque sull’argomento “dislessia” con altri articoli.

A presto

Mara Bonucci